Individuato
un segnale di rievocazione episodica nel cervello umano
GIOVANNI ROSSI
NOTE E
NOTIZIE - Anno XIX – 08 ottobre 2022.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Lo studio
della memoria umana è affascinante anche perché indaga la base più importante
del potere cognitivo della nostra mente, alla quale è legata la possibilità di
operare sui simboli elaborati all’istante, la conoscenza necessaria ad ogni
azione, tutto il sapere che si accumula nella vita, il patrimonio di coscienza alla
base della consapevolezza di identità e la possibilità di rievocare nozioni, episodi,
fatti e sentimenti. La grande mole di risultati sperimentali ottenuti sulla
memoria animale, che ha fondato e passo dopo passo illuminato la ricerca
scientifica sulla memoria umana, non può essere di grande aiuto per la
conoscenza di un processo che consente un’esperienza tutta nostra, la cui caratterizzazione
linguistica, noetica e di coscienza non ha reali equivalenti animali: la rievocazione
episodica, ovvero la forma sintetica della narrazione di tranches de vie.
Tutti noi
possiamo, a richiesta, dar conto di dati, fatti ed eventi della nostra vita, e
per far ciò attingiamo a fonti diverse di informazioni: la data e il luogo
della nostra nascita ci sono stati detti dai genitori, i contenuti di episodi di
vita vissuta sono ricordi di esperienze personali, fra questi vi sono i
racconti di affetti ed emozioni provati da altre persone e il ricordo delle
nostre idee e sensazioni ai racconti uditi.
Una delle
maggiori sfide della ricerca neuroscientifica consiste nella comprensione dei
meccanismi che consentono il richiamo alla coscienza o rievocazione di
queste memorie. La strada da percorrere è lunga, ma oggi la ricerca
elettrofisiologica comincia a fornire elementi per caratterizzare, distinguere
e riconoscere l’attività bioelettrica specificamente associata all’evento
cerebrale di attualizzazione di ciò che è stato memorizzato.
Il correlato
neurofunzionale del recupero di memorie più studiato è costituito da eventi
elettrofisiologici registrati dal lobo temporale mediale (MTL, da medial temporal lobe) e conosciuti come ripples.
John J. Sakon e Michael J. Kahana,
impiegando la registrazione da un campione di 245 pazienti chirurgici
partecipanti come volontari all’osservazione sperimentale e studiati nell’esecuzione
di compiti di richiamo libero (free-recall tasks), hanno
confermato la recente nozione che l’elemento elettroencefalografico dell’increspatura
delle onde (ripples) presenta un aumento di frequenza appena prima del
richiamo delle parole pronunciate dai volontari.
Sakon e Kahana hanno rilevato che la più alta frequenza di ripples prima del
richiamo, con ogni probabilità, era ottenuta mediante il ripristino
contestuale, supportando l’ipotesi nata in seno alla sperimentazione animale
secondo cui questo contrassegno elettrofunzionale riflette l’impegno dei
sistemi neuronici nei meccanismi della memoria episodica.
I due ricercatori hanno anche rilevato un numero molto
più elevato di ripples precedenti la
rievocazione nell’area ippocampale corrispondente alla regione 1 del Corno di
Ammone e nel giro dentato dell’ippocampo, rispetto a quante se ne registravano
nelle vicine regioni corticali MTL. Tale reperto è definito da Sakon e Kahana la “scoperta di un correlato fisiologico
della rievocazione riuscita di memorie episodiche”.
(John J. Sakon & Michael J. Kahana,
Hippocampal ripples signal contextually mediated episodic recall. Proceedings
of the National Academy of Sciences USA 119 (40): e2201657119 – Epub ahead of print
doi: 10.1073/pnas.2201657119, 2022).
La provenienza degli autori è la seguente: Department
of Psychology, University of Pennsylvania, Philadelphia, PA (USA).
[Edited
by Carol Barnes, The University of Arizona, Tucson, AZ (USA)]
Come abbiamo prima accennato, il processo tipicamente
umano di rievocazione di ricordi include memorie diverse per contenuti e
qualità, ma tradizionalmente tutta la rievocazione collegata con le memorie
episodiche personali viene inclusa in una categoria unica.
Brewer (1986) definiva memoria autobiografica
tutte le tracce mentali del soggetto riferite a sé stesso; e ancora oggi molti
psicologi identificano la memoria episodica con la memoria autobiografica[1].
Nelson (1993) invece motivava in modo convincente la conservazione della
distinzione tra memorie identitarie riferite alla diretta esperienza di vita e
altre rievocazioni. In precedenza McAdams (1985) aveva
fornito una definizione di memoria episodica autobiografica ancora oggi riportata:
“rievocazione delle singole scene più significative nella storia della vita di
una persona”[2], con
riferimento al rilievo di “episodi nucleari”. Molti teorici della memoria hanno
sottolineato l’importanza di alcune particolari memorie-chiave definite da
Bruner (1994) “punti di svolta” (turning
points) e da Pillemer (1998) “eventi rilevanti” (momentous events).
La maggior parte degli studi sperimentali sulla
rievocazione delle memorie trascura la loro complessa organizzazione cerebrale,
perché le nostre conoscenze sono ancora in una fase embrionaria.
Gli eventi bioelettrici oscillatori di alta frequenza
che abbiamo più sopra menzionato (ripples)
rappresentano la sincronia dell’attività neurale del cervello. Recenti evidenze
suggeriscono che questa attività di alta frequenza del lobo temporale mediale (MTL,
da medial temporal
lobe) supporti il richiamo o rievocazione della
memoria. Non è tuttavia chiaro dagli studi fin ora condotti se tali ripples
costituiscano un segnale di recupero o ripristino delle memorie
episodiche nella coscienza attuale del soggetto. Sakon e Kahana,
cioè gli autori dello studio qui recensito, hanno indagato proprio questa
possibilità.
L’osservazione è stata condotta su 245 pazienti
neurochirurgici che si sono sottoposti da volontari a prove di rievocazione
episodica, mentre veniva registrata l’attività elettrica del loro lobo
temporale. I tracciati mostravano che l’attività oscillatoria di alta frequenza
aumentava appena prima il libero richiamo alla mente di memorie recentemente
formate. Questo fenomeno, che si può definire effetto ripple
di pre-richiamo (PRE, da pre-recall ripple effect), è apparso molto più evidente nelle regioni
dell’ippocampo CA1 e CA3/giro dentato (CA3/DG) che nelle confinanti aree di MTL,
nella corteccia entorinale e nella corteccia paraippocampica.
L’effetto PRE è risultato più forte
anche prima della rievocazione di memorie raggruppate temporalmente o
semanticamente, e questo PRE più marcato era evidente nel paragone con la
rievocazione di memorie non raggruppate: cosa che indica inequivocabilmente la
partecipazione delle ripples alla ricostruzione
contestuale della rievocazione, e costituisce un contrassegno della memoria
episodica.
Concludendo, riprendiamo la già citata affermazione di
Sakon e Kahana, secondo cui
il contrassegno da loro individuato può considerarsi la “scoperta di un correlato
fisiologico della rievocazione riuscita di memorie episodiche”.
L’autore della nota ringrazia
la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle
recensioni di
argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito
(utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Giovanni Rossi
BM&L-08 ottobre
2022
________________________________________________________________________________
La Società
Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society
of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio
Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484,
come organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] È esperienza comune la memoria
episodica non autobiografica, come quella relativa alle scene della vita di
estranei cui si assiste involontariamente o le scene di film, video, fiction,
opere teatrali, ecc.
[2] The Oxford Handbook of Memory (Endel
Tulving & Fergus I. M. Craik, eds), p. 318, Oxford University Press, New
York 2000.